
L’uomo si crea da solo le sue prigioni…
angusti spazi,
aria viziata,
nel petto la sensazione di soffocamento,
nel cuore un fardello pesante,
nella mente sogni di evasione.
Ma l’uomo è di se stesso carceriere e carcerato nel medesimo tempo.
L’abitudine lo mantiene schiavo tra mura inesistenti.
A volte il chiavistello gira e la cella si apre…oltre si intravvede uno scorcio di libertà.
Lui sconsolato guarda ma non vede
rimanendo nella sua gabbia dorata.
Michele Guarnaccia