Un antro stretto, una caverna…ombre allungate e tremolanti sulle pareti prodotte da una moltitudine di candele accese. Nell’aria il profumo ipnotizzante della salvia e dell’alloro sacro che da giorni bruciano nel bracere posto al centro.

Seduto osservo…uno dopo l’altro appaiono otto personaggi che silenziosamente si avvicinano e, formando un cerchio, si siedono accanto a me.

All’improvviso, come se avessero ricevuto un segnale, intonano un canto. Tutta la grotta si riempie della melodica vibrazione prodotta dalle loro voci.

Una forza mi trascina dentro il suono e seguendolo mi trovo a volare all’esterno, sospeso sopra case e strade, alberi e palazzi.

Condotto dal canto raggiungo un uomo agonizzante in un letto d’ospedale. Stanco di soffrire sono giorni che attende la fine. Il suono lo avvolge, lui mi vede e sorride sollevato…ora può andare.

La melodia prosegue il suo viaggio ed io incantato la seguo. Ora siamo in campagna, in una notte silenziosa e senza stelle. Ci fermiamo in un casale dove una madre disperata stringe a se il suo bambino appena nato…che non respira ancora. Il canto dolcemente inonda la stanza ed il bimbo apre gli occhi e piange. Ancora una volta il suono riprende il suo corso portandomi con se.

Ora sento di nuovo il profumo della salvia e dell’alloro sacro. Apro gli occhi e mi ritrovo seduto attorno al bracere…

sto cantando accanto ai miei otto compagni.

Adesso so chi sono…e d’ora in poi saremo in nove.

Michele Guarnaccia