Un respiro…Un respiro profondo e la coscienza illumina una stanza buia dentro la mia mente. Entrando non me ne sono accorto subito, ma seduto sul pavimento giace immobile un bambino, nudo!!! Un enorme senso di solitudine e di tristezza mi assale. Un’angoscia mai provata prima mi lacera il petto. Mi avvicino cauto per non spaventarlo e gli sussurro piano: “Da quanto tempo sei qui piccolo? Come ti chiami?” Dopo un’attimo lungo come l’eternità un vocino flebile pervade la stanza e mi risponde: “Ti aspetto da molto tempo, sei tu che mi hai lasciato qui. Mi chiamo Michele…di me ti sei dimenticato. “So che ciò che dice è vero ma…”Come ho fatto a dimenticarmi di TE? Come ho fatto a dimenticarmi di ME?” Il bimbo si alza con uno scatto, ridendo e piangendo mi corre in contro e mi abbraccia forte…”Non importa per quanto tempo ti ho aspettato, l’importante è che ti sei ricordato di NOI. “Insieme usciamo dalla stanza…Mai più soli.

Michele Guarnaccia