Nell’antico Palazzo

affondo in un letto di foglie di quercia,

scivolo nelle pieghe senza tempo ne spazio.

Un solo secondo, un giorno o secoli

che saranno e dovranno passare.

In questo immenso silenzio

vuoto di

così dolce aspettare.

Quando si aprirà la porta

resterò tranquillo in silenzio.

Sorridente come un bambino ti accoglierò con gioia infinita.

Ti condurrò per mano

nelle stanze dell’antico Palazzo,

dove l’io incontra l’ignoto.

Si realizzerà finalmente l’eterna promessa,

il giuramento fatto il primo e unico giorno

di continuare a cercarci fino a ritrovarci.

Michele Guarnaccia